E' cominciato il solito balletto della campagna elettorale. Tutti fanno polemica contro tutti, ognuno corteggia l'elettorato dell'altro ma i contenuti "veri" restano sullo sfondo. Anche quelli che mettono in risalto problemi reali, come la disoccupazione il perdurare della crisi economica, sono poi molto meno chiari quando propongono le soluzioni. Bersani, che forse è uno dei migliori, si incasina con la questione della patrimoniale (la vuole, non la vuole, la confonde con l'IMU) e va in fibrillazione per la crisi del Montepaschi; Grillo fa il populista ma poi ruggisce contro il redditometro e strizza l'occhio all'estrema destra, Berlusconi che ne parlammo a fà... e così via. Certo non è facile scegliere per chi votare. Io cercherò di andare a fondo, di conoscere i programmi e di fare una scelta ponderata, perché so che il voto è un importante esercizio di democrazia. Ma c'è una riflessione che mi conforta e al tempo stesso mi preoccupa: la democrazia non comincia e non finisce con il voto. Ci sono molti altri modi e mezzi per far sentire la propria voce, per cambiare le cose: associarsi, proporre petizioni, interrogazioni, leggi d'iniziativa popolare... anche distribuire un volantino in una piazza è un importante esercizio di democrazia se smuove le acque e aiuta a ottenere un cambiamento reale.
Perciò invito tutti a votare chi vogliono, ma a non dimenticarsi di essere cittadini il giorno dopo il voto: è il nostro impegno civile che fa davvero la differenza.
A rileggerci presto.
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