"Bellezza motore del futuro" è il nome del disegno di legge proposto da Legambiente per difendere la straordinaria qualità del territorio italiano. Nel comunicato di presentazione dell'iniziativa si legge:
"La bellezza è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia ma anche e soprattutto un fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo. Puntare sulla bellezza è un obiettivo imprescindibile e una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro.
Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, l’individualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro paese. Proprio la bellezza, invece, può essere la chiave per rivedere politiche che interessano fortemente il territorio e concorrono in maniera rilevante a definirne caratteri e qualità".
La qualità della vita delle persone nella sua globalità è al centro della proposta di Legambiente: in questa ottica la bellezza non è solo quella delle grandi opere d'arte o delle incontaminate oasi dove la Natura si mostra in tutto il suo splendore, ma anche quella fatta di città sostenibili ecologicamente e socialmente, di territori non più violentati da abusivismo e incendi, di cura per i beni comuni, per l'istruzione, la ricerca, la cultura. La bellezza di Legambiente è quella che odia le diseguaglianze che creano ingiustizia, ma ama la diversità che arricchisce e aggiunge qualità, agli ecosistemi come alla società.
Insomma, come dire che la bellezza non è un diamante isolato, ma un bosco rigoglioso e complesso.
La bellezza è armonia.
Tra i primi firmatari della legge Don Luigi Ciotti, Moni
Ovadia, Ottavia Piccolo, Roberto Saviano, Ricky Tognazzi, Syusy Blady, Neri
Marcorè, Dario Vergassola, Patrizio Roversi, Giuseppe Cederna, Franco Iseppi.
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