Benvenuti

C'è una verità che spesso dimentichiamo: la vita sul nostro pianeta non può fare a meno degli alberi, della loro capacità straordinaria di nutrire la vita, di riportare equilibrio e armonia dove noi portiamo confusione e inquinamento. Gli alberi sono indispensabili, non solo perché respiriamo grazie a loro, ma anche perché possiedono una sorta di antica saggezza che possiamo apprendere osservandoli e imparando, per quanto possiamo, a imitarli.



Questo è il tema del mio libro ALBERI, ed è anche il tema di questo blog. Sarò felice di leggere i vostri commenti su questo e su tutto quanto riguarda queste straordinarie creature e il nostro rapporto con loro.



Lilly Cacace Rajola



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domenica 10 giugno 2012

Alberi Monumentali parte II: Un tesoro genetico


Negli anni ’80 il Corpo Forestale dello Stato condusse una lunga ricerca su tutto il territorio nazionale per individuare gli alberi “di notevole interesse", schedando oltre 22.000 alberi “di particolare interesse”, selezionati poi fino ad individuare 2.000 esemplari “di grande interesse” e, fra di essi, 150 che presentavano un eccezionale valore storico o monumentale.

“Il censimento – si legge ancor oggi sul sito del CFS - non ha interessato gli alberi come categoria vegetale, o come risorsa economica, ma singoli soggetti arborei che hanno una propria "individualità" per essere eccezionalmente vecchi, per essere stati protagonisti di episodi storici o per essere legati alla vita di grandi uomini”…

Alcuni degli alberi individuati avevano età venerande che superavano i 2000 anni, altri erano legati a eventi storici ormai lontani nel tempo, come il “Castagno dei Cento Cavalli”, l’albero monumentale più famoso d’Italia, che si trova in Sicilia.

Scopo ulteriore dell’indagine era individuare alberi particolarmente sani e resistenti, “esemplari che hanno vinto tutte le selezioni naturali e sono campioni olimpionici della lotta per la vita intesa in termini darwiniani”, e di riprodurli nei vivai forestali, per avere una popolazione di alberi eccezionalmente resistenti e longevi. Si tratta quindi di un patrimonio di geni “forti”, derivante da individui sopravvissuti alle più tremende calamità naturali e alle violenze dell’uomo. Un’enorme ricchezza, che è importante non disperdere nel momento in cui la pressione della nostra specie sull’ambiente si fa sempre più forte.

L’inchiesta del Corpo Forestale, tuttavia, individuò solo una piccola parte degli alberi monumentali d’Italia. Successivamente altre ricerche furono condotte in diverse regioni, a cura delle Regioni stesse o di altri Enti. La più interessante di queste fu condotta da Legambiente Sicilia a partire dal settembre 2005, ed ebbe come risultato la mappatura di oltre 200 alberi monumentali sul territorio siciliano, solo nel primo anno d’indagine, con la produzione di una cartina su cui erano indicati, uno per uno, tutti i luoghi che ospitavano i patriarchi verdi. L’aspetto più interessante di questo lavoro sta nel fatto che esso sia stato inserito in una campagna, “Salvalarte”, che l’associazione ambientalista dedica solitamente a ricerche sui beni culturali e i monumenti dimenticati: in questo modo le ragioni naturalistiche e quelle storico-culturali si sono saldate insieme.

Gli alberi sono una parte così importante della nostra vita e della nostra civiltà che non dovremmo avere bisogno di monumenti per ricordarci di prendercene cura. Ma i “monumenti verdi” ci sono, e oltre che utili sono bellissimi.





La Regione Campania è in ritardo rispetto alle altre Regioni nell’opera di mappatura degli alberi monumentali. Anche nell’elenco del CFS risultano pochissimi esemplari, eppure ce ne sono tanti, sparsi qua e là sul territorio, nei boschi o in pieno territorio urbano, come il Platano di Lamartine che spicca in mezzo al traffico sul porto di Ischia… chissà quanto c’è ancora da scoprire!!!

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